Via super- e iper- ammortamento: con la Legge di Bilancio 2020 arriva il credito d’imposta 4.0

Sono molte le novità che verranno introdotte con la prossima Legge di Bilancio 2020, in approvazione a dicembre 2019, per quanto riguarda il futuro del piano nazionale Impresa 4.0 (già Industria 4.0). Abbiamo riassunto per voi i principali cambiamenti per le aziende che vogliono investire nel futuro, nell’innovazione e nella trasformazione digitale.

 

Impresa 4.0: che cos’è

Il Piano nazionale Impresa 4.0 è l’evoluzione del piano Industria 4.0 varato nel 2017. Si tratta di una serie di misure per sostenere le aziende in azioni e investimenti che ne consentano la trasformazione digitale e l’innovazione. Negli ultimi anni il piano Industria 4.0 si è trasformato. Le successive leggi di bilancio hanno apportato modifiche alle previsioni iniziali e il programma è stato indirizzato sempre più al sostegno delle PMI, che rappresentano la maggior parte delle aziende del tessuto produttivo italiano.

 

Via super- e iperammortamento, arriva il credito d’imposta 4.0

Nella bozza di manovra 2020, in approvazione entro il prossimo 31 dicembre, si ipotizza l’eliminazione del cosiddetto “iperammortamento”, una delle misure introdotte dal piano Industria 4.0 del 2017. Al suo posto, una misura unica di “credito d’imposta 4.0”, della durata di 3 anni, che ingloberebbe al suo interno tutte le agevolazioni dedicate alle startup tecnologiche. La modifica, secondo le stime della Ragioneria, garantirebbe un allargamento del 40% della platea delle imprese beneficiari.

 

In sostituzione a super- e iper ammortamento sono previsti 3 crediti di imposta:

  • Credito di imposta per acquisire beni 4.0 (ex Imperammortamento) che prevede due scaglioni:
    • 40% per agli investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
    • 20% per gli investimenti compresi tra 2,5 milioni di euro e 10 milioni di euro. Oltre i 10 milioni di euro non sono previsti bonus, a differenza dell’iperammortamento 2019 che aveva un tetto di 20 milioni di euro.
  • Credito di imposta per acquistare beni strumentali (ex Superammortamento), con credito del 6% e tetto massimo di investimento di 2 milioni di euro;
  • Credito d’imposta al 15% per comprare software fino a 500 mila euro per la categoria dei cd. beni immateriali.

 

Credito d’imposta 4.0 e iperammortamento: le differenze

Il “superammortamento”, e in misura ancora maggiore il più recente “iperammortamento”, consistono in una riduzione della base imponibile IRES per investimenti in beni materiali nuovi, dispositivi e tecnologie (anche abilitanti la trasformazione in chiave 4.0), acquistati o in leasing. Tale riduzione si traduce in una supervalutazione a soli fini fiscali dell’investimento, che determina un conseguente abbassamento del reddito di esercizio dell’impresa.

Superammortamento e Iperammortamento sono misure convenienti per tutte le imprese con redditi imponibili positivi. Restituisce invece benefici scarsi o nulli alle società in perdita o con perdite fiscali pregresse: in questi ultimi casi le imposte IRES non sono infatti dovute. Per godere di vantaggi fiscali nel breve e medio termine, alle imprese conviene dunque investire in un bene con super/iperammortamento solo in presenza di redditi positivi. Aspetto importante da considerare soprattutto per le start up innovative, delle quali nel 2018 solamente il 47,7% ha registrato un utile di esercizio.

 

Per quanto riguarda invece il Credito di Imposta 4.0, la nuova misura consisterebbe in un vero e proprio credito tributario commisurato agli investimenti in un determinato settore. Tale credito, oltre a rappresentare un ricavo nel conto economico, sarebbe soprattutto utilizzabile sin dall’inizio del periodo di imposta successivo a quello del sostenimento dei costi, in diretta compensazione di eventuali versamenti dovuti per tutte le imposte e contributi pagabili con F24 (e quindi anche dei contributi previdenziali, IVA, IRAP, ritenute…).Questa possibilità avrebbe come conseguenza immediata la restituzione ai contribuenti, fra cui le startup, di un beneficio istantaneo in termini di liquidità. Inoltre, rispetto all’iperammortamento, non sarebbe necessario avere necessariamente degli utili di bilancio per poter godere dei benefici della misura, anche nel caso delle startup.

 

Credito d’imposta R&S

Nel 2019 il MISE ha previsto, nell’ambito del Piano Impresa 4.0, un Credito d’Imposta R&S per valorizzare il settore e aiutare le aziende a innovarsi.

Nella bozza di manovra 2020, la misura è stata rinnovata a partire dal nome – Credito d’imposta per ricerca, innovazione tecnologica e altre attività innovative per la competitività delle aziende – e con alcune novità relative alla possibilità di compensare il credito in 3 anni, con aliquote stabilite in base a 3 scaglioni di spesa.

Inoltre, si ipotizza di ampliare il credito di imposta anche alle spese per design e innovazione, con credito al 6%, con tetto di investimento a 1,5 milioni di euro. Il terzo scaglione è invece relativo alle spese di R&S con tetto a 3 milioni di euro e aliquota del 12%.

 

Credito d’imposta per formazione 2020

La bozza di Legge di bilancio 2020 prevede anche un rinnovo del credito d’imposta per la formazione in ambito Impresa 4.0, allo scopo di creare competenze adatte alle necessità delle industrie innovative. L’intenzione è quella di prorogare per un ulteriore anno il bonus, garantendone la copertura finanziaria fino a 150 milioni di euro. In questo modo si desidera colmare il gap skill tra lavoratori e nuove tecnologie, aiutando le aziende a dotarsi di personale qualificato perfettamente in grado di usare macchinari e strumenti digitali e innovativi, e sostenendo i dipendenti nelle attività di formazione e aggiornamento professionale.