

ESRS: LA COMMISSIONE UE APPROVA IL “QUICK FIX” PER LE IMPRESE DELLA PRIMA WAVE
Prosegue il processo di semplificazione della Direttiva CSRD avviato con la Direttiva “Stop-The-Clock: nuove misure transitorie per le Grandi imprese di interesse pubblico sottoposte ai nuovi obblighi di rendicontazione
In data 11 luglio 2025, la Commissione Europea ha adottato un atto delegato con l’obiettivo di introdurre un correttivo tecnico–normativo a favore delle imprese appartenenti alla “prima wave”, ovvero le Grandi imprese di interesse pubblico soggette all’obbligo di rendicontazione con i nuovi ESRS a partire dal bilancio relativo all’esercizio finanziario 2024.
Tale intervento si è reso necessario a seguito dell’esclusione di queste imprese dal campo di applicazione della Direttiva “Stop-the-clock”, adottata nel contesto del pacchetto legislativo “Omnibus I” lo scorso febbraio.
La Stop-the-clock ha introdotto una proroga biennale degli obblighi di rendicontazione ESG alle imprese delle successive fasi di entrata in vigore della CSRD (seconda e terza wave), ovvero:
- le grandi imprese non quotate, inizialmente soggette agli obblighi dal bilancio 2025;
- le PMI quotate, gli enti creditizi piccoli e le imprese di assicurazione captive, con decorrenza dal 2026.
Il quick fix si configura quindi come un intervento di riequilibrio normativo, finalizzato a garantire coerenza nei meccanismi di fase-in, introducendo misure transitorie supplementari a favore delle imprese che hanno già avviato la rendicontazione nel 2024 e che, in assenza dell’emendamento, sarebbero state soggette a requisiti più onerosi rispetto a soggetti analoghi con obbligo differito.
Le principali novità introdotte dal quick fix
Il provvedimento approvato dalla Commissione include tre elementi chiave di semplificazione, validi esclusivamente per le imprese già attive nella rendicontazione 2024:
- Estensione temporale delle esenzioni previste per l’anno 2024 anche agli esercizi 2025 e 2026, lasciando alle imprese la possibilità di:
- non fornire informazioni dettagliate su piani di transizione climatica e strategie net zero;
- escludere la rendicontazione su impatti e rischi ESG lungo la catena del valore;
- omettere datapoint complessi o di difficile reperibilità.
- Estensione delle misure di fase-in previsti per le piccole imprese anche alle imprese con oltre 750 dipendenti, per gli esercizi 2025 e 2026, omettendo i dati relativi ai seguenti standard tematici:
- ESRS E4 biodiversità ed ecosistemi,
- ESRS S2 lavoratori nella catena del valore,
- ESRS S3 comunità interessate
- ESRS S4 consumatori e utenti finali.
Inoltre, possono omettere tutti i dati relativi a ESRS S1 (personale proprio) solo per il primo anno di applicazione degli standard.
- Applicazione estesa della clausola di salvaguardia: qualora un’impresa si avvalga delle esenzioni temporanee da uno standard tematico completo, dovrà comunque fornire un’informativa sintetica sul tema, qualora esso sia stato considerato materiale.
Il quick fix rappresenta un passaggio tecnico fondamentale per garantire un’applicazione coerente e proporzionata della CSRD, specialmente per le imprese già impegnate nel percorso di rendicontazione. La combinazione tra misure transitorie e revisione strutturale offrirà nei prossimi mesi un quadro più chiaro, efficace e graduale per l’adozione degli standard europei di sostenibilità.
La revisione strutturale degli ESRS
Parallelamente, prosegue il lavoro della Commissione e di EFRAG per una revisione complessiva degli standard, attesa entro il 2027.
Il percorso di semplificazione degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), affidato da Bruxelles a EFRAG, entra in una fase cruciale. Con una lettera del 1° luglio 2025, il Commissario UE per il Mercato interno ha concesso una proroga al termine per la presentazione del parere tecnico, posticipando la scadenza dal 31 ottobre al 30 novembre. Di conseguenza, la consultazione pubblica sarà estesa a 60 giorni, da fine luglio a fine settembre, con ulteriori occasioni di confronto previste a inizio autunno.
Nel frattempo, EFRAG ha già reso pubblici gli orientamenti strategici alla base della revisione, attraverso il Progress Report approvato lo scorso 19 giugno. L’obiettivo è ambizioso: alleggerire sensibilmente gli oneri informativi a carico delle imprese, riducendo di oltre il 50% il numero di datapoint obbligatori.
Il documento presenta sei direttrici di intervento tecnico, che mirano a semplificare il quadro normativo senza comprometterne la coerenza e l’integrità.
Il nuovo assetto dei principi ESRS dovrà garantire, da un lato, la proporzionalità e l’usabilità per le imprese coinvolte; dall’altro, il mantenimento della solidità informativa richiesta dalla CSRD e dagli investitori. Nei prossimi mesi, sarà centrale monitorare gli esiti della consultazione pubblica e le versioni aggiornate dei draft standard che ne scaturiranno.
Questi aggiornamenti rappresentano un passaggio cruciale per aziende e gruppi che saranno presto chiamati a misurarsi con obblighi di rendicontazione sempre più articolati, ma anche più accessibili e proporzionati rispetto alla dimensione e complessità dell’organizzazione.
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